JIMMIE DURHAM Labyrinth

La Fondazione Adolfo Pini presenta la mostra Labyrinth, un progetto site-specific realizzato dall’artista Jimmie Durham, a cura di Gabi Scardi.

Jimmie Durham - Labyrinth

10.04.2018 – 29.06.2018

Info:

Jimmie Durham è una delle maggiori personalità artistiche del presente. Intellettuale, saggista e poeta, oltre che artista visivo, dagli anni Sessanta il suo lavoro evidenzia il sistema di convenzioni all’interno delle quali viviamo; convenzioni che riguardano le idee, i comportamenti, la storia e le sue interpretazioni. Metterle in discussione significa aprirsi al dubbio, evidenziare la sfaccettatura della realtà, lasciare emergere una molteplicità di visioni possibili.

Le sue opere consistono, in molti casi, in arrangiamenti di materiali naturali o industriali, innestati gli uni sugli altri; materiali che normalmente sfuggono all’attenzione o risultano troppo al di sotto di ogni valore per essere classificati; queste opere equivalgono dunque a commenti sulla natura delle cose e sul loro valore. In altri casi le installazioni si compongono di oggetti trovati o creati: oggetti che sono concentrati di quotidianità, che narrano storie, e ci dicono chi siamo. Alla base della sua pratica c’è infatti la volontà di restituire alle cose la possibilità di presentarsi nella propria essenza; di decostruire le sovrastrutture che le circondano, e con esse i concetti cardine della civiltà del consumo.

In questa logica si inserisce l’attenzione che l’artista dedica al tema dell’architettura, elemento da sempre centrale nella sua poetica. Dell’architettura, nel corso degli anni, Durham ha voluto scardinare l’assertività, la monumentalità. L’oggetto della sua critica è il senso di stabilità, che rende l’individuo certo e perentorio e lo sottrae al dubbio imbrigliandone l’attitudine critica.

Per la Fondazione Adolfo Pini l’artista crea un nuovo progetto, appositamente concepito, lavorando sullo spazio esistente e sulle sue strutture. In particolare, Durham porta all’esterno ciò che normalmente è “dentro” il corpo dell’architettura; rende visibili i materiali che lo compongono, rivela ciò che sta sotto il rivestimento: i “visceri”, le “interiora”; il rimosso; Innards, appunto. Per estensione, l’artista affronta così la questione di ciò a cui si dà spazio o ciò che si cela; di ciò che si dice o si omette. Al progetto abbina un video del 1994, The Man Who Had A Beautiful House, video girato da Jimmie Durham in Messico. Vi si vede un uomo, elegantemente vestito, che avanza in un ambiente naturale mentre descrive una casa che non c’è; ma che si trova ovunque la si voglia riconoscere. Una casa che è un concetto e un sogno, che potrebbe anche essere un castello; che ha angoli di pietra e pareti di mattoni; in cui ci sono camere, una cucina, utensili, tessuti, sedie disposte a cerchio. Le parole dell’uomo sono poetiche. I suoi gesti esemplificano il racconto esibendo alcuni degli oggetti menzionati. Il video si inserisce nell’ambito di un’esplorazione dell’idea di abitare intesa come riferimento primo dell’identificazione individuale e sociale e come veicolo di aspirazioni e desideri, visioni del mondo.

Jimmie Durham
Bio:

Jimmie Durham (U.S., 1940) è un artista, scrittore e poeta americano di origine Cherokee che vive e lavora inEuropa. Leader dell’American Indian Movement negli anni settanta, è stato rappresentantedell’International Indian Treaty Council presso le Nazioni Unite. Attraverso la Foundation of theCommunity of Artists e come editor del periodicoArt and Artistsha difeso i diritti degli artisti. Hainoltre riunito in un’unica coalizione, la People’s Alliance, diverse popolazioni discriminate negliStati Uniti e all’estero.Nel 2017 l’Hammer Museumdi Los Angeles gli ha dedicato un’importanteretrospettiva ospitata anche presso il Walker Art Center, Minneapolis (2017), il Whitney Museumof American Art, New York (2017-2018) e il Remai Modern, Saskatoon, Canada (2018).Hapartecipato a Documenta IX (1992) e a varie biennali tra cui: Sharjah Biennale, UAE (2015);Biennale di Venezia (2012, 2005, 2003, 2001 e 1999); Biennale di San Paolo (2010); TaipeiBiennale (2012), Biennale di Sydney (2004), Whitney Biennale (1993).Jimmie Durham ha espostoin numerose mostre personali presso istituzioni internazionali come: Museo Nazionale delle Artidel XXI Secolo, Roma (2016); Serpentine Gallery, Londra (2015); Fondazione Querini Stampalia,Venezia (2015); Parasol Unit Foundation for Contemporary Art, Londra (2014); Museum VanHedendaasge Kunst Antwerpen (muhka), Antwerp (2012); Fondazione Morra Greco, PalazzoReale, Napoli (2012); Portikus, Francoforte (2010); Musée d’art moderne de la Ville de Paris(mam/arc), Parigi (2009); Museo D’Arte Contemporanea Donna Regina Madre, Napoli (2008); dePury & Luxembourg, Zurigo (2007); Kunstverein, Monaco (1998); De Vleeshal, Middelburg,Olanda (1995); Palais des Beaux-Arts, Bruxelles, (1993). Ha preso parte a diverse mostre collettivepresso: MIT List Visual Arts Center, Massachusetts (2013); Centre Georges Pompidou (mam-cci),Parigi (2011); Haus der Kulturen der Welt, Berlino (2010); S.M.A.K, Gent (2009); Modern ArtOxford, Oxford (2009); Reykjavík Art Museum–Kjarvalsstaðir, Reykjavik, Islanda (2008); MARCO,Museo de Arte Contemporánea de Vigo, Spagna (2007) e altre.

Crediti:

Ritratto e immagini della mostra Labyrinth di Jimmie Durham
Foto: Andrea Rossetti