La Casa — una dimora borghese del Novecento
La casa e studio del pittore Renzo Bongiovanni Radice, oggi Fondazione Adolfo Pini, è situata a Milano al numero 2 di corso Garibaldi.
Percorso espositivo
Il nuovo allestimento della casa – studio del pittore Renzo Bongiovanni Radice, al primo piano del palazzo, è concepito con l’intento di preservare l’aspetto originario, mantenendo l’atmosfera di casa.
La collezione di ceramiche, i tappeti e l’arredamento di gusto settecentesco, che adornano gli spazi sono testimonianza delle scelte di chi vi abitò. Le sale, allestite come una living gallery, presentano una selezione di opere di Renzo Bongiovanni Radice, per immergere il visitatore nelle armonie del Maestro.
Raccolte di famiglia
Le raccolte delle famiglie Pini, Bongiovanni Radice – quadri, stampe, vasellame, candelabri, maioliche, statue, orologi, tappeti, mobili – collezionate secondo il gusto culturale ed estetico personale, costituiscono parte fondamentale dell’eredità intellettuale, spirituale ed economica di Adolfo Pini e dello zio pittore Renzo Bongiovanni Radice.
Un patrimonio, giunto fino a noi, fondamentale per comprendere il gusto e l’immaginario di chi visse nella casa di Garibaldi 2.
Garibaldi 2
La sede della Fondazione Adolfo Pini, in corso Garibaldi 2, è nel cuore dello storico quartiere popolare Garibaldi, poco distante dall’Accademia di Belle Arti di Brera, dal Piccolo Teatro Strehler e Piccolo Teatro Studio Melato, dal Castello Sforzesco e dal Teatro alla Scala.
Edificio privato della Milano dell’800, si sviluppa attorno a una corte a pianta quadrata. Ad essa si accede tramite un androne o timpano, che si immette sulla via pubblica, (un tempo corso di Porta Comasina). Verso la corte l’androne sbocca in corrispondenza di un profondo porticato a colonne. L’accesso ai vani scala è collocato negli angoli interni. La scala a destra garantisce l’ingresso al primo piano nobile della palazzina.
© Fondazione Adolfo Pini – Francesca Montorfano
L’edificio assume l’aspetto attuale nel 1910, quando l’ingegner Pini, padre di Adolfo, firma i progetti per il sopralzo di un terzo piano su corte e un quarto su strada, ai fini della costruzione di abbaini a uso atelier d’artista, mentre la facciata di corso Garibaldi venne rimaneggiata nelle forme attuali nel 1923. L’ingegner Piero Pini nel frangente ebbe un contenzioso con un ciabattino, inquilino di una bottega a pianterreno, che lamentava il disturbo subìto a causa dei lavori.
Dalla scala padronale, a destra della corte, si sale al primo piano, oggi sede della Fondazione: un elegante appartamento che, con i suoi soffitti a cassettone, gli antichi pavimenti a parquet, i mobili antichi, i decori, gli oggetti d’arte, e la collezione dei dipinti di Renzo Bongiovanni Radice, mantiene il carattere della casa di famiglia del pittore e del nipote Adolfo Pini, l’atmosfera di raffinatezza e cultura di una dimora alto borghese del primo Novecento.
© Fondazione Adolfo Pini – Alessandro Giulio Midlarz
Il piano nobile, elemento tipico dei palazzi nobiliari urbani, dal Rinascimento all’Ottocento, era quello dove la famiglia, proprietaria della struttura, alloggiava. Era il primo, in genere, di tre piani, e aveva le migliori decorazioni interne e veniva utilizzato per ricevere gli ospiti.
Qui si collocavano alcune stanze di rappresentanza come i saloni, le camere da letto e altre ad uso della famiglia. Anche dall’esterno il piano nobile era di solito riconoscibile per le finestre più ampie e per le più ricche decorazioni sulla facciata. Pure balconi e terrazze erano segno di distinzione. Per accedervi, dal piano terreno era presente uno scalone, spesso di impianto monumentale, che partiva dal cortile centrale.
L’edificio comprende, oggi come allora, anche appartamenti per inquilini, accessibili dalla scala di servizio, botteghe artigiane al pianterreno, secondo una tipologia di palazzo borghese che compare a Milano a inizio Ottocento e che rispecchia la fisionomia sociale e culturale del quartiere.