RITRATTI ENTRO UNO SPECCHIO CONVESSO
La mostra Ritratti entro uno specchio convesso è un cortocircuito temporale. Una serie di opere interstiziali abitano gli appartamenti storici di Fondazione Adolfo Pini raccontando le storie di ritratti e autoritratti immaginari che in modo silenzioso si insinuano tra gli spazi, gli arredi e le opere della casa Bongiovanni Radice.
Disegni, sculture, fotografie e video, come piccole interferenze, permettono di guardare agli spazi appena rinnovati in modo differente, e danno la possibilità di aprire riflessioni relative al dialogo tra arte e tempo, in una prospettiva non lineare in cui frammenti, riflessi e marginalia sono osservati con attenzione.
Il titolo della mostra ricorda e cita Autoritratto entro uno specchio convesso, dipinto del Parmigianino realizzato nel 1524 in cui l’artista, ventunenne, ritrae la propria immagine distorta in una semisfera. Non solo. Appropriandosi di questo titolo, il poeta americano John Ashbery, nella sua raccolta del 1975, trasforma il celebre dipinto in un’immagine esistenziale, in cui visione, linguaggio e pensiero concorrono alla costruzione di un’identità multipla e mutevole, in qualche modo sempre soggetta a interpretazioni e distorsioni. Ed è proprio a questa mutevolezza che il progetto fa riferimento.
Con opere di Marina Ballo Charmet, Francesco Bertocco, Rita Canarezza & PierPaolo Coro, Stefano Cagol, Ermanno Cristini, Barbara De Ponti, Chiara Dynys, Giovanni Ferrario, GianMarco Porru, Luca Scarabelli, Valentina Vetturi e una reading room a cura di Alessio Pasqualini.
Immagine mostra: Courtesy di Gianmarco Porru, dalla serie Sweet fritters ballad, 2021